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Superamento del limite di finanziabilità

Vi siete mai domandati fino a che punto può spingersi una banca nel finanziare un soggetto?

Qual è la linea invalicabile che segna il limite massimo di finanziabilità?
In questo articolo affronteremo il tema del limite di finanziabilità fissato dal Testo Unico delle Leggi Bancarie.

Come sempre dovrebbe essere, la legge stabilisce dei paletti oltre i quali teoricamente le banche non potrebbero spingersi e questo limite è ben indicato all’art. 38 TULB.
Solitamente questo limite è pari all’80% del credito ipotecario e può arrivare al 100% solamente se vengono prestate garanzie integrative da parte del soggetto richiedente.

Oggi sappiamo bene che le banche prima di concedere un qualsiasi prestito, sempre di più, valutano tutta una serie di fattori che devono coesistere unitamente alla capienza della garanzia ipotecaria prestata, tra i quali:

  • La redditività presente in capo al soggetto richiedente;
  • I finanziamenti in essere;
  • Le persone a carico.

Ma cosa succede se la banca supera il limite imposto per legge?
Beh teoricamente sarebbe nullo il rapporto. Eh si ho detto proprio nullo con tutte le conseguenze del caso.
Su questo anche gli dei dell’Olimpo rappresentato dalla Corte di Cassazione si sono recentissimamente espressi in tal senso. E’ stato infatti statuito che il limite di finanziabilità, ex art. 38, secondo comma TULB, è elemento essenziale del contenuto del contratto ed il suo mancato rispetto determina la nullità del contratto stesso, costituendo un limite inderogabile all’autonomia privata in ragione della natura pubblica dell’interesse tutelato, volto a regolare il quantum della prestazione creditizia al fine di favorire la mobilizzazione della proprietà immobiliare e agevolare e sostenere l’attività di impresa.
Interessante vero?
E allora vi racconto una storia che di un “caso” che sto seguendo e mi appassiona molto in quanto è diventata la mia “questione di principio”.
Si è rivolto a me anzitempo un cliente figlio ed unico erede di una famiglia imprenditoriale della zona. La banca in questo caso fu così lungimirante da concedere alla imprenditrice personalmente un mutuo ipotecario per liquidità di oltre 3 milioni di euro. Nulla di strano penserete…. Volete sapere quanti anni aveva la signora quando le fu concesso il credito? 80….
Ma c’è moooolto di più perché nonostante la sorprendente ed ingente somma versata sul conto corrente della signora (ricordiamo che era data a titolo di liquidità) il giorno in cui vi era l’accredito il risultato disponibile era comunque – 200.000,00 euro.
Sorprendente vero?
Purtroppo, anche se facilmente comprensibile, la signora dopo 4 anni è venuta a mancare lasciando uno strascico debitorio importante.
Il finale della storia è ancora da scrivere ma vi dico solo che al momento Banca d’Italia si è dichiarata incompetente a verificare la questione ed il Tribunale di Bologna sembra ovviamente voler proteggere ai massimi la Banca, spero di potervi aggiornare presto…

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