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Accesso al Fondo di Garanzia INPS

E’circostanza molto comune, purtroppo, che i lavoratori si trovino insoddisfatti nei propri diritti di credito relativi alla liquidazione del TFR o di alcune mensilità di retribuzione nei confronti del datore di lavoro con cui hanno intrattenuto un rapporto di lavoro.
In questo caso, il lavoratore, usualmente si adopera per il recupero delle somme dovute, tramite attivazione delle consuete procedure esecutive.

In alcune circostanze, può capitare che il datore di lavoro debitore risulti fallito o che le procedure esecutive diano esito negativo.
In questo caso, si può cercare di trovare “riparo” presso l’Inps, attraverso il suo Fondo di garanzia, che in casi del genere provvede a pagare, al posto dell’azienda e a determinate condizioni, il TFR e le ultime tre mensilità; questo sia se l’azienda è fallita, sia se non è possibile farla fallire e tutti i tentativi di pignorarne i beni sono stati inutili.
Il Fondo di garanzia è un fondo istituito con lo scopo di intervenire nel pagamento del TFR e delle retribuzioni maturate negli ultimi tre mesi del rapporto di lavoro in sostituzione del datore in caso di sua insolvenza.
Possono presentare domanda al Fondo di garanzia Inps, tutti i lavoratori dipendenti (compresi apprendisti e dirigenti di aziende industriali) che abbiano cessato un rapporto di lavoro subordinato, i soci di cooperative di lavoro, purchè in regola con il versamento dei contributi, gli eredi (coniuge e figli e, se viventi e a carico, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo), i cessionari a titolo oneroso del TFR.
Il Fondo di garanzia interviene con modalità diverse a seconda che il datore sia o meno soggetto alle procedure concorsuali (fallimento, concordato, liquidazione coatta amministrativa, cessione dei beni, ecc…).
Se il datore di lavoro non è fallito perchè si tratta di impresa che non può essere dichiarata fallita, oppure perchè il nostro credito è di importo inferiore a quello stabilito dalla legge per poter fare dichiarare il fallimento dell’azienda, dovrai dimostrare all’Inps di aver fatto tutto il possibile per ottenere il pagamento delle retribuzioni e del TFR da parte del datore senza esserci riuscito e dunque di aver chiesto l’intervento del Fondo di garanzia come ultima possibilità per recuperare quanto ti spetta.

Se l’azienda per la quale abbiamo lavorato è invece stata dichiarata fallita, è innanzitutto necessario presentare domanda di ammissione al passivo fallimentare.
Si tratta di un atto che deve essere inviato al curatore del fallimento a mezzo pec, nel quale dovrai specificare quali crediti vanti nei confronti dell’azienda (se retribuzioni, TFR o entrambi) e il relativo importo, allegando tutti i documenti necessari a dimostrazione della tua pretesa (generalmente sono sufficienti le buste paga rilasciate dal datore di lavoro). La domanda di ammissione al passivo fallimentare può essere redatta personalmente dal lavoratore, oppure presentata con l’assistenza di un avvocato.
Una volta ammesso al passivo fallimentare potrai presentare la domanda di intervento del Fondo di garanzia all’Inps.
Il Fondo di garanzia dell’Inps si sostituisce al datore di lavoro innanzitutto nel pagamento del TFR, qualsiasi ne sia l’importo. Il Fondo provvede a pagare sia il TFR lasciato in azienda, sia quello devoluto alla previdenza complementare e non versato dal datore.
Il termine entro il quale presentare la domanda di intervento per il pagamento del TFR è di cinque anni decorrenti dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Otre al TFR il Fondo provvede al pagamento delle retribuzioni relative agli ultimi tre mesi di lavoro, purchè il lavoratore si sia attivato per recuperare il proprio credito entro un anno dalla maturazione della retribuzione relativa al terzo mese precedente la cessazione del rapporto lavorativo.
Non vengono invece pagati dal Fondo di garanzia l’indennità di mancato preavviso e le competenze di fine rapporto maturate (ferie e rol non goduti, festività non godute, ecc…).
Un’adeguata informazione relativamente alle tempistiche di attivazione e alle procedure da seguire, permette di trovare rifugio in uno strumento di garanzia in favore del lavoratore, evitando di far svanire nel mare dei debiti insoluti, sacrifici lavorativi di pochi mesi o, così come spesso accade, TFR con accantonamento ultradecennale.

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